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Temo, dunque sono

Proprio ora, che alle mie ataviche paure si è aggiunta, anche, quella per un ennesimo malanno, invisibile e subdolo, devo tirare fuori gli attributi.

Persa la massa muscolare esibita in Corsica a Claudia in occasione della  nostra prima avventura insieme a bordo di un inarrestabile Defender, sepolta la tanto sudata definizione anatomica, risultato di estenuanti sessioni a denti stretti, sgonfiatisi i poderosi nerbi che come torrenti attraversavano le mie membra, e' dalla mia mente che devo ripartire.

Dopo aver vietato l'accesso ad essa a chiunque avesse (a mio giudizio) le suole sporche, erigendo zerbini alti come muri, devo permetterle di fondersi al Tutto.

Già, ora che la mia forza è doppia (ma che almeno tripla e' la paura) posso seguire i passi di Venezia.

Da sempre, differenziandosi dalle citta' circoscritte da possenti mura, Venezia si apre al differente in continua contaminazione.

Contaminazione, ed evoluzione.
Non vorace espansione, ma vicendevole scambio.

Avessi meno paura, avrei meno forza.

Avessi meno forza, avrei maggiori certezze.

Avessi certezze, crederei (ancora) di essere invincibile.
 

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