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Marino Chapter 14

Dopo un paio di minuti da dietro lo spioncino del pesante portone si udì un ‘’siiii?’’ assai poco incoraggiante al quale Marino rispose con un improbabile e poco convinto: ‘’sono io, dovrei vedere il Musicista’’ …seguirono lunghissimi minuti di silenzio, ai quali pose fine solo il fragore del portone che si spalancava dinnanzi a lui.

 

‘’Non la aspettavamo’’ fecero notare con superfluo puntiglio i due servi, guardando di sbieco il vecchio amico del loro signore, o meglio, quello che ne restava dopo anni di vita randagia.

 

Marino si fece coraggio, sentiva di odiarli ma accennò un sorriso con il quale accompagnare un più convinto: ‘’necessito di parlargli, subito, grazie’’ al quale i servi risposero, da protocollo, precisando: ‘’il signore non intende riceve visite, quest’oggi’’ che non scoraggiò Marino dall’insistere, con maggiore impeto: ‘’ditegli che sono qui, o entrerò comunque!’’… nonostante la non più giovane età sentiva ancora il sangue ribollire ed il suo sguardo, accantonate momentaneamente le angosce, era tornato quello di sempre…

 

La serva lo invitò con un motto ad attendere nell’ampio atrio del palazzo, sotto lo sguardo preoccupato ma vigile del marito, scoprendo velocemente dietro una tenda che celava una scalinata in pietra.

 

Ricomparve poco dopo, con impresso sul volto tutto lo sdegno e la disapprovazione di cui era capace, intimandogli comunque di seguirlo.

 

Attraversarono insieme la tenda e risalirono i molti gradini in silenzio, accedendo all’ampio salone travato dove, molti anni prima, avevano a lungo discusso, fumato e bevuto.

 

La serva con malcelato disgusto lo invitò a sedere in un angolo e ad attendere l’arrivo del suo signore.

 

Lungo le pareti del salone correvano paesaggi dipinti di una bellezza celestiale. Figure maschili e femminili, animali e piante, rappresentati con colori vivaci.

 

Al centro della stanza, un enorme tavolo sul quale giacevano decine di volumi rilegati, quelli sui quali, da sempre, il suo vecchio amico aveva trascorso i giorni, le notti ed i giorni a seguire.

 

Ne afferrò uno, con tutta la grazia che le sue robuste mani gli potevano concedere e lo aprì lentamente. 

 

Non sapeva leggere e, sbagliando, interpretò la figura impressa all’interno come qualcosa che trattasse di pesca, di mare, di barche e si stupì che l’amico potesse avere interessi simili e diversi dalla musica e dai numeri, che da sempre lo avevano attratto.

 

Riguardò ancora quel delfino avvolto ad un’ancora e, mormorando un’imprecazione anch’essa a tema marinaresco, richiuse il volume.

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